Perpetuating Architecture

Perpetuating Architecture

Martino Pedrozzi’s Interventions on the Rural Heritage in Valle di Blenio and in Val Malvaglia 1994–2017

Martino Pedrozzi’s sensitive architectural interventions on mountain pastures highlight the topic of rural exodus in the Swiss Alps

 

 

Title Information

Edited by Martino Pedrozzi. With contributions by Sebastiano Brandolini, Thomas Kissling, Bruno Reichlin and Günther Vogt. Photographs by Pino Brioschi

1st edition

, 2020

Text in English and Italian

Hardcover

104 pages, 5 color and 82 b/w illustrations

22 x 26.5 cm

ISBN 978-3-03860-192-0

Content

For more than twenty years, Martino Pedrozzi has been working on the partial reconstruction of derelict dwellings on alpine pastures in the mountains of southern Switzerland. His interventions in Valle di Blenio and Val Malvaglia, at altitudes around 6,500 feet, are part of a plan to protect and preserve the cultivated landscape that was shaped by generations of local farmers grazing their cattle. Pedrozzi collected and put in place again stones that had been used as building material for the ancient dry-stone walled structures, which have been abandoned in recent decades. This recomposition is meant to reconstruct a public space and to retain landmarks in the barren alpine landscape, and also as a monument to the civilization that has lived in and been sustained by it for centuries.

This book documents Pedrozzi’s work and highlights the problem of rural exodus—a constant phenomenon in the history of human life, caused by conflict, economic change, natural disasters, and climate change. It shows, strikingly, how that exodus is manifested in this region through mountain dwellings that are no longer used because alpine agriculture has been given up in favor of better opportunities and more comfortable ways of life elsewhere.

 

Martino Pedrozzi graduated from EPFL’s School of architecture in Lausanne. He runs his own studio in Mendrisio, Switzerland, where he has also been directing the Workshop on International Social Housing at the Academy of Architecture since 2003.

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Da oltre vent’anni Martino Pedrozzi lavora alla parziale ricostruzione di malghe in rovina nei pascoli alpini della Svizzera meridionale. I suoi interventi nella Valle di Blenio e nella Val Malvaglia, a un’altitudine di quasi 2000 metri, rientrano nell’ambito di un progetto inteso a tutelare e preservare il paesaggio coltivato plasmato da generazioni di agricoltori locali che in quel territorio facevano pascolare il bestiame. Pedrozzi ha raccolto e «riassemblato» le pietre che costituivano le antiche strutture murarie realizzate a secco, da qualche decennio non più in uso. Questa ricomposizione punta alla ricostruzione di uno spazio pubblico e alla conservazione di elementi distintivi presenti nello spoglio paesaggio alpestre, e vuole porsi come un monumento alla civiltà che ha vissuto in questi luoghi da cui per secoli ha tratto sostentamento.

Questo libro documenta l’opera di Pedrozzi e richiama l’attenzione sul problema dell’esodo rurale, un fenomeno costante nella storia della vita umana provocato da conflitti, ragioni economiche, catastrofi naturali e cambiamenti climatici. Mostra in modo suggestivo come i ruderi delle strutture insediative montane presenti in questa regione siano le testimonianze di quell’esodo, avvenuto con l’abbandono dell’agricoltura alpina per cercare altrove migliori opportunità e modi di vita più confortevoli.

 

Martino Pedrozzi si è laureato presso la Scuola di Architettura del Politecnico Federale di Losanna. Ha un proprio studio a Mendrisio, Svizzera, dove dal 2003 dirige il Laboratorio dell’edilizia sociale internazionale presso l’Accademia di Architettura.

Authors & Editors
Praise

«Dal 1994 Martino Pedrozzi, con grande passione e dedizione, sale e scende dagli alpeggi ticinesi con lo scopo di ricomporre i ruderi degli insediamenti in stato di abbandono. Un lavoro mirabile ed encomiabile che, a una profonda riflessione culturale condivisa e alla sua personale attitudine ideativa, associa il pragmatismo e la caparbietà della gente di montagna.» Casabella